Sulmona. Semilibertà a mafioso di Castelvetrano, è polemica

0
69

È stato convocato a Sulmona, il Comitato provinciale per l’ordine e sicurezza pubblica per discutere, tra le altre cose, anche del caso di Leonardo Ciaccio, l’uomo di Cosa nostra più vicino a Matteo Messina Denaro, che ha ottenuto la semilibertà per buona condotta, con un provvedimento del Tribunale per la sorveglianza dell’Aquila, impugnato dalla procura generale della Corte di Cassazione. Dallo scorso maggio l’uomo presta servizio come bibliotecario nel polo museale diocesano di Santa Chiara, dal martedì al venerdì ogni mattina, per poi far rientro nel carcere di Sulmona dove è recluso.

A chiamare le forze dell’ordine, nei giorni scorsi, era stato il sindaco, Gianfranco Di Piero  secondo il quale, «c’è un pronunciamento del tribunale di sorveglianza, ma il rischio che possa creare contatti rimane alto». Per questo il primo cittadino aveva chiesto il rafforzamento di controlli alle forze di polizia in campo. Il prefetto dell’Aquila, Giancarlo Di Vincenzo, ha quindi convocato il vertice.  La  notizia sta creando un certo allarme a Sulmona, città famosa nel mondo per i confetti,  “considerata la caratura del personaggio e i precedenti.  Il territorio della Marsica, nel cuore dell’Abruzzo, è stato al centro di un grande giro di riciclaggio del tesoro dell’ ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino e della banda della Magliana. Spiega infine l’articolo pubblicato sulla Stampa  che: ”Ciaccio è ritenuto il vero braccio destro di Messina Denaro, al punto da essere considerato uno dei pochi ad avere raccolto le confidenze del boss. Inoltre, dopo la condanna per omicidio, associazione mafiosa e un’altra sfilza di reati legati al traffico di droga, non si è mai pentito”. Ciaccio, appartenente al mandamento di Castelvetrano, tra le condanne annovera anche quella al carcere a vita inflittagli dalla Cassazione nel febbraio 2004 al termine del maxi-processo alla mafia trapanese denominato ‘Omega’ che si concluse con 30 ergastoli. Leonardo Ciaccio, mafioso, omicida, mai pentito ne’ dissociato. Colui che aveva nella propria rubrica telefonica il numero del boss di Castelvetrano, finisce nel polo museale di Sulmona.