Nuovo depuratore di Castellammare, consiglio comunale chiede modifiche. Ancora ‘anno zero’

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Altra seduta consiliare straordinaria e altra passerella di politici regionali. Le ennesime dopo ben 12 anni dal finanziamento CIPE del 2012 di 23 milioni e 500 mila euro per realizzare il nuovo depuratore di Castellammare del Golfo e di altri 5 milioni di euro per il sistema fognario di Scopello. Il comune castellammarese, infatti, da oltre un decennio è fra quelli in procedura d’infrazione comunitaria per la mancata depurazione delle acque reflue. Adesso la spesa prevista dal progetto esecutivo è lievitata ad oltre 38 milioni di euro che, per la parte mancante, sono di competenza della struttura commissariale e del Ministero dell’Ambiente. Ieri ennesimo conforto in aula e le solite vecchie promesse. Di nuovo si è registrato un ordine del giorno discusso ed approvato, ma non all’unanimità, dal massimo consesso civico castellammarese.

Il documento è stato presentato dai capigruppo di maggioranza Giuseppe Norfo e Brigida di Simone e da quello di minoranza Epifanio Bonventre. I gruppi consiliari hanno sottolineato le due criticità che la costruzione del nuovo depuratore comporta.
L’impianto, innanzitutto, ricade sull’attuale strada di accesso al porto e la fascia di rispetto prevista per i depuratori si sovrappone con gli edifici realizzati al servizio del porto. L’ordine del giorno è stato votato favorevolmente da 8 dei 14 consiglieri presenti. Hanno votato contro la minoranza, il consigliere di maggioranza Rita Barone ed il presidente del consiglio comunale Giuseppe Ancona. Presente in consiglio comunale anche il Rup, l’ingegnere Rosanna Grado che ha fornito spiegazioni tecniche riguardanti il progetto dell’impianto di depurazione, in particolare proprio sulle scelte riguardanti l’ubicazione. Fra le richieste avanzate dal parlamentino cittadino alla giunta Fausto anche quella di valutare l’eventuale possibilità della realizzazione del nuovo depuratore in galleria o in altro sito. insomma un ritorno indietro di oltre dieci anni nelle idee progettuali e quindi un rinvio chissà a quale data per l’avvio dell’importante opera.

L’assessore regionale Mimmo Turano, esponente della Lega, ha sottolineato che “porto e depuratore devono camminare insieme, senza conflitti e il sito non è assolutamente idoneo per realizzarvi il depuratore”. Dario Safina, deputato regionale del Pd ha indicato che “la qualità delle acque del porto è strettamente legata alla presenza del depuratore e non si può più ritardare. Dopo lungo tempo il progetto, con costo lievitato di anno in anno, è ormai praticamente cantierabile. Non si può attendere oltre -ha ribadito Safina – occorre completare l’iter, avviare la gara, affidare i lavori e poi se necessario approvare eventuali varianti al progetto”. Il deputato Giuseppe Bica, esponente di Fratelli d’Italia, ha sottolineato che la città “non si può permettere il lusso di perdere il finanziamento”. Occorre riguardare la progettualità e fare un tavolo tecnico veloce per comprendere l’incidenza e trovare in tempi brevi la soluzione migliore – ha concluso il deputato  meloniano”.