Fanghi fognari in torrente e in mare ad Alcamo Marina. Rinviati a giudizio gestori depuratore

0
599

I vertici dell’azienda che gestiva e conduceva il depuratore del comune di Alcamo sono stati rinviati a giudizio per reati penali e ambientali. Si tratta della vicenda legata ai numerosi sversamenti nel torrente Canalotto con liquami e fanghi fognari che andavano a fine nel mare di Alcamo Marina. Il periodo monitorato dalla polizia municipale di Alcamo e dall’ARPA è quello fra ottobre 2022 ed agosto 2023. Adesso, al termine di indagini durate diversi mesi sul malfunzionamento del depuratore comunale di contrada vallone Nuccio, sono stati rinviati a giudizio davanti al Tribunale di Trapani, l’imprenditore Edmondo Delfino, titolare dell’impresa responsabile della gestione dl depuratore di Alcamo negli ulti anni, e l’ingegnere Marco Capodici, 46 anni, direttore dell’esecuzione del contratto. I due rischiano, in caso di condanna, una pena fino a tre anni di reclusione, pagamento di sanzioni, risarcimento dei danni ambientali. Delfino e Capidici avrebbero omesso di effettuare gli interventi dovuti per la corretta esecuzione del servizio, lasciando persistere il malfunzionamento del depuratore di vallone Nuccio e causando danni ai torrenti e al mare.

Il comune di Alcamo è parte offesa in quanto l’ATI di imprese ‘Delfino – Pecorella’ sarebbe responsabile di inadempimento del contratto pubblico con l’ente locale. Inoltre l’azienda sarebbe anche responsabile dell’immissione, nelle acque superficiali, dei fanghi fognari prodotti dalle acque reflue urbane fuoriuscite dall’impianto e immesse nel torrente Canalotto. Alla luce delle indagini, alla cui base ci sono anche centinaia di prelevi effettuati dal personale dell’ARPA e dalla squadra ambiente della polizia municipale, il contratto di gestione con l’azienda di Porto Empedocle è stato rescisso dal comune di Alcamo per giusta causa. La conduzione delle strutture del depuratore di contrada vallone Nuccio è stata quindi assegnata provvisoriamente ad una ditta specializzata, non del territorio. L’arrivo in mare di liquido scuri e maleodoranti risalgono anche a periodi precedenti al 2022 quando l’impianto era gestito sempre dalla Edmondo Delfino ma in ATI con un’altra ditta. L’episodio più clamoroso si registrò nel settembre del 2019 quando arrivò alla foce del torrente Canalotto una vasta quantità di sostanze di colore scuro. Le successive analisi dell’ARPA confermarono che in mare arrivarono liquami ad alta connotazione fecale ed elevatissima concentrazione di coli-batteri.