Emergenza Siccità. Acque depurate, per campi del Trapanese. Sulla carta quello di Alcamo

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Piovono annunci quotidiani di milioni per fronteggiare la grande sete della Sicilia per l’emergenza siccità per l’isola che marcia verso la desertificazione nel giro di meno di 10 anni, secondo un docente dell’università di Catania,  Christian Mulder, esperto del clima. Intanto è partito, ma è ancora sulla carta, il piano per irrigare vigneti e uliveti del Trapanesi usando le acque depurate dell’impianto di Castelvetrano.

E sulla carta rimane quello di usare le acque del depuratore di Alcamo per le campagne, argomento del quale si parla da oltre 40 anni mentre vengono emesse ordinanze, difficili da attuare, per l’uso dell’acqua del bottino. Se non si procede con l’irrigazione si rischia di perdere nel Trapanese 400 milioni di euro fra vigneti e olive. Intanto sono 92 i milioni di euro in arrivo in Sicilia per la realizzazione di infrastrutture idriche prioritarie. Si tratta del primo stralcio di finanziamenti destinati ai 49 interventi, per complessivi 1,6 miliardi, inseriti nel Piano idrico della Regione Siciliana, interamente approvato dal ministero delle Infrastrutture e inglobato nel Piano nazionale per la sicurezza del settore idrico (Pnsii). La pianificazione regionale è stata predisposta, su disposizione del presidente della Regione, Renato Schifani, dal dipartimento dell’Agricoltura, di concerto con l’Autorità di bacino, il dipartimento Acqua e rifiuti, Siciliacque, i Consorzi di bonifica Sicilia Occidentale e Sicilia Orientale. Il Piano è finalizzato alla programmazione delle opere necessarie all’approvvigionamento idrico primario, alla prevenzione della siccità, al potenziamento e all’adeguamento delle infrastrutture, anche per accrescere la resilienza ai cambiamenti climatici e ridurre le dispersioni di acqua migliorando le reti di distribuzione. Ma occorre fare presto perché la situazione è drammatica.