Cadavere di monte Inici, richieste in commissariato di Castellammare per vedere oggetti

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Non soltanto un cranio, ossa e altri resti umani ma anche alcuni oggetti, logorati dal tempo, che potrebbero far risalire all’identità del cadavere rinvenuto causalmente dai vigili del fuoco sul monte Inici, nei pressi del rifugio della forestale di contrada Parchi Soprana. Brandelli di alcuni vestiti, un orologio, una collanina e altri oggetti personali che sono depositati, per eventuale visione, al commissariato di Castellammare del Golfo. Gli investigatori hanno stilato un elenco di persone scomparse fra gli anni ’80 e ’90 nel triangolo fra Alcamo, Buseto Palizzolo, Castellammare e Calatafimi. Già sono pervenute richieste da parte di familiari di persone che, da diversi decenni, non danno più notizie. Alcune anche al di fuori del raggio d’azione individuato dalla polizia con un paio di contatti dalla provincia di Palermo. Il primo incontro è stato fissato per venerdì al commissariato di polizia della cittadina del Golfo. Gli altri nei giorni a seguire. Nulla si può ancora dire, allo stato attuale, sull’appartenenza di quei resti umani. Neanche il sesso è noto ma, dalle misure del cranio, dovrebbe trattarsi di un uomo. Gli oggetti rinvenuti potrebbero giocare un ruolo importante nell’identificazione ma, per stringere l’ampia cerchia delle persone scomparse, necessita avere il risultato del carbonio 14, l’esame che data le ossa umane anche se con una forbice di alcuni anni. Il materiale è stato già inviato all’istituto centrale della polizia scientifica a Roma. Un’indagine laboriosa che richiede i suoi tempi. Poi bisognerà incrociare il risultato con la lista delle persone scomparse e i tanti casi di ‘lupara bianca’ che sono stati al centro alle guerre di mafia fra 1980 e 1990. La scientifica cercherà poi di estrarre il DNA dalle ossa rinvenute su monte Inici e, qualora l’operazione andasse a buon fine, comincerebbero le comparazioni con i parenti degli scomparsi. Due strade, quella del riconoscimento degli oggetti rinvenuti e l’altra del laboratorio, potrebbero dare l’identità a quel cranio al centro della macabra scoperta effettuata, durante un’esercitazione, dai vigili del fuoco del SAF.